Marigliano (Napoli), 12 ottobre – 2 novembre 1975
Il ruolo dell’«artista» non è più solo quello di «registrare» o sviluppare funzioni, norme e valori estetici ma, in più, quello di dare il proprio contributo creativo al processo di trasformazione del civile come ipotesi di trasformazione e costruzione della realtà futura.
Se produrre, generare, costruire è un problema di fondo dell’uomo, tutto quello che viene tentato, sperimentato, cercato è umanamente legittimo e
questo non può essere ridotto a solo produttivismo utile o pseudo-utile alla civiltà dei consumi.
Assunto che il «tutto» è più della somma delle singole parti, bisogna riconoscere che questo «più» è dato non solo da una condizione primaria, ma oggi come ieri, dalla libertà dell’uomo di intervenire per modificare e ipotizzare nuovi modelli sociali – umani – culturali.
Nella (mia) ricerca, nel (mio) lavoro esiste come modello primario un muoversi, un agire, un costruire progressivo ed espansivo che mira ad uno spazio concreto, a uno spazio reale costruito, continuamente teso a «modificare» quanto già registrato (che per questa sua qualità è RESISTENTE).
lo credo che bisogna partire da questo dato «Resistente» per avviare nuove ipotesi di lavoro, pur nella consapevolezza di tutte le compromissioni.
Antonio Borrelli
in ‘Napoli situazione 75’, catalogo della mostra, Marigliano 1975