[…] Dopo una serie di bronzetti figurativi, realizzati negli anni Cinquanta, lo scultore napoletano nel Settanta a una brusca svolta verso la scultura tecnologica. Nei primi anni sono elementi in ferro e bronzo saldati tra loro per risultati dinamici segnati da costruzione dei bordi, in cui è evidente una persistenza della poetica informale del frammento. Ma Borrelli divide questa persistenza secondo istanze del ritorno all’oggetto proprio dell’aria neodada. Eccolo, quindi, sin dal ‘64 a saldare trouvailles da officina per costruire forme d’un antropomorfismo di profonde risonanze medievali, nonostante i riferimenti all’era spaziale […].
Giorgio Di Genova,
in ‘Storia dell’Arte Italiana del ‘900. Generazione Anni Venti, Bora, Bologna 1991