Donazione della scultura Ipotesi spaziale al Museo 900

Fabrizio Vona, Soprintendente, e Nino Daniele, Assessore alla cultura-Comune di Napoli, presentano “Ipotesi spaziale di Antonio Borrelli: una nuova opera per il Museo del Novecento”.

Mercoledì 23 aprile 2014, alle ore 12.00 nel Salone delle sculture, verrà presentata la nuova acquisizione per la collezione del ‘Museo Novecento a Napoli 1910-1980: per un museo in progress’. Un’occasione anche per delineare, grazie al contributo scientifico di Maria Antonietta Picone, l’attività del maestro Antonio Borrelli, recentemente scomparso.

L’artista, nato a Napoli nel 1928, si forma nella sua città natale, non ancora ventenne, subito dopo la guerra, intraprende un’esperienza di due anni in Cina come disegnatore e decoratore, tornato a Napoli continua la sua formazione e, nei primi anni Sessanta, entra in contatto con l’ambiente artistico napoletano.Inizia la sua produzione scultorea, dapprima con un linguaggio figurativo e poi, a partire dagli anni 1962-63, orientandosi verso un’ espressione informale, con le opere degli anni Sessanta, caratterizzate da sperimentazioni tecniche e formali, in genere condotte attraverso saldature di lamiere, partecipa a mostre di rilievo: nel 1965 alla IX Quadriennale di Roma, presenta proprio l’opera che viene donata in questa occasione, scelta dall’artista per rappresentare la sua attività nella collezione del Museo.

Nel 1977 insegna, per oltre venti anni all’Accademia di Belle Arti di Napoli, Tecniche di Fonderia – Micro e macro fusioni . La produzione dell’artista ha spaziato da strutture monumentali a lavori di oreficeria per le quali ha ricevuto numerosi riconoscimenti.L’acquisizione dell’opera, grazie alla generosa donazione voluta dal maestro stesso prima della sua scomparsa e condivisa dalla moglie Diana Pezza Borrelli e dai figli, rientra nelle finalità del Museo che, come indicato nello stesso titolo in progress, è quella di accrescere la sua collezione, approfondendo l’attività artistica dei decenni, 1910-1980, già presenti nelle sale e inoltrandosi nella produzione degli anni ’80.

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